Il nome completo è Pantone Matching System, o PMS. Si tratta di un sistema commerciale per descrivere i colori in modo coerente, utilizzando le patch di riferimento nei campionari stampati. Di solito si trovano nella stampa come numeri Pantone specificati per un determinato colore, spesso nel logo di un’azienda o in altri colori simili. Pantone ha una gamma molto ampia, con set di colori per materie plastiche, vernici, tessuti e colori stampabili.
Sta per Portable Document Formant. È il formato di file dominante utilizzato per lo scambio di documenti stampabili nel settore della stampa. È stato sviluppato da Adobe Systems nel 1994 e inizialmente era proprietario, anche se ampiamente utilizzato. Ora è uno standard ISO, sviluppato da un comitato, il che potrebbe spiegare perché non è cambiato molto negli ultimi anni.
Una variante di PDF/X che può includere dati variabili, particolarmente utile per le stampanti digitali dove ogni copia può essere diversa. Il PDF/VT-1 può contenere internamente elenchi di informazioni variabili, mentre il PDF/VT-2 (finora non rilasciato) sarà in grado di fare riferimento a database esterni, consentendo allo stesso file di stampare contenuti diversi. Come per le altre varianti di PDF, questo è ora uno standard ISO (ISO 16612-2), sviluppato da un comitato.
Si tratta di un sottoinsieme del PDF che produce documenti in un modo strettamente definito, in modo da ridurre le possibilità di fallimento a causa di elementi non stampabili se il file viene aperto e stampato da terzi. Si chiama “trasferimento cieco” perché il destinatario non deve essere a conoscenza delle impostazioni di creazione, ma solo del fatto che si tratta di un file PDF/X (che si auto-identifica).
Un milionesimo di litro. È la misura abituale delle dimensioni delle gocce d’inchiostro generate dalle testine di stampa a getto d’inchiostro. In genere le dimensioni variano da 3 a 100+ picolitri a seconda della testina e dell’ugello. Le dimensioni più piccole sono solitamente riservate alle testine in scala di grigi per lavori tonali di alta qualità. Vedi testine in scala di grigi, testina di stampa.
Un colorante all’interno di un inchiostro. I pigmenti sono particelle insolubili e relativamente grandi, il che li rende generalmente più resistenti allo sbiadimento rispetto ai coloranti più piccoli che si dissolvono completamente.
Abbreviazione di Pixel Element. È l’elemento più piccolo di un’immagine bitmap, visibile sullo schermo di un computer se si ingrandisce l’immagine, per mostrare un mosaico di quadrati. Il numero di pixel di un’immagine, come ad esempio una fotografia, viene spesso erroneamente chiamato risoluzione, ma a rigore la risoluzione è una combinazione del numero di pixel e del fattore di ingrandimento, per ottenere i pixel per pollice (PPI).
Sta per Portable Network Graphics. È un formato di file bitmap originariamente sviluppato per la grafica dei siti web, come alternativa a colori al GIF (che è limitato a 256 colori). Supporta i colori RGB a 24 bit ma non il set di stampa CMYK. Può contenere canali alfa, per cui gli oggetti possono essere visualizzati su un sito web come ritagli. La compressione è senza perdite.
Il processo di polimerizzazione attraverso il quale un inchiostro polimerizzabile con i raggi UV si trasforma quasi istantaneamente da liquido a solido quando viene esposto alla luce UV. L’inchiostro liquido contiene molecole a catena lunga chiamate monomeri che possono muoversi liberamente. L’esposizione alla luce UV fa sì che si aggroviglino in modo da non potersi muovere, diventando così un solido.
Un termine informale per indicare l’aspetto di un’immagine con colori brillanti e “incisivi” o altre caratteristiche che attirano l’attenzione. Un uso più antico e completamente diverso da POP come acronimo di Point of Presence. Vedi POS/POP.
Termini correlati che stanno per Point of Sale e Point of Purchase. Nel settore della stampa viene spesso utilizzato come descrizione generica per piccoli cartelli stampati, scatole di prodotti in offerta speciale e altri oggetti che attirano l’attenzione (come i wobbler), posizionati nell’area delle casse o vicino ai banconi di un negozio o di un ambiente di vendita al dettaglio simile.
Un linguaggio di descrizione delle pagine indipendente dai dispositivi che è stato alla base della rivoluzione del desktop publishing degli anni ’80 e ’90. Un file PostScript generato da qualsiasi programma può essere stampato su qualsiasi stampante compatibile con PostScript. Sviluppato da Adobe Systems nel 1983, PostScript ha visto la sua prima applicazione nella Apple LaserWriter del 1985.
È l’acronimo di Personalised Print Mark-up Language. È un linguaggio di stampa basato su XML per i contenuti di dati variabili. È stato sviluppato da PODI, un’organizzazione di sviluppatori multipli.
Conosciuta anche come serigrafia o serigrafia. Si tratta di un processo di stampa analogico molto versatile, tanto da poter essere utilizzato per una serie di applicazioni che vanno dalle belle arti ai tessuti, agli indumenti, alla cartellonistica e ai lavori industriali non decorativi come l’elettronica stampata.
A ogni pixel di un’immagine digitale può essere assegnata una particolare tonalità, o livello di grigio, tra il bianco e il nero. Questo viene rappresentato in un computer da un numero binario, ovvero una stringa di 0 e 1.
Termine che indica la pulizia della piastra dell’ugello della testina di stampa a getto d’inchiostro per rimuovere l’inchiostro in eccesso o la contaminazione. Spesso viene eseguita come parte della manutenzione ordinaria prima dello spegnimento.