La start-up olandese Coastruction ha lanciato una campagna di crowdfunding per sostenere i suoi sforzi di produzione di una stampante 3D che, a suo dire, potrebbe essere utilizzata per aiutare a salvare le barriere coralline di tutto il mondo.

 

La distruzione delle barriere coralline e l’impatto sulla fauna selvatica che vive in questi ambienti sono stati ben documentati negli ultimi anni, con un rapporto pubblicato nell’ottobre 2020 che mostrava che più della metà della Grande Barriera Corallina in Australia era andata persa dal 1995 a causa del riscaldamento dei mari provocato dai cambiamenti climatici.

Sebbene i governi stiano collaborando a una serie di progetti per combattere il cambiamento climatico, gli scienziati sostengono che è necessario fare di più per proteggere e riparare le caratteristiche naturali come le barriere coralline.

Coastruction si è fatta avanti sviluppando una nuova tecnica che prevede l’utilizzo di una stampante 3D unica nel suo genere per trasformare acqua, sabbia e cemento in una nuova barriera corallina che possa ospitare vari tipi di specie che vivono in questi ambienti.

“A differenza di molte soluzioni di barriera corallina artificiale esistenti, noi utilizziamo solo tre materiali naturali: acqua, sabbia e cemento”, ha dichiarato l’esperta di stampa 3D Nadia Fani, fondatrice di Coastruction. “Di conseguenza, possiamo sempre utilizzare materie prime locali, come la sabbia della spiaggia più vicina o il cemento riciclato”.

“E non produciamo rifiuti. Infatti, il processo consente di immagazzinare l’anidride carbonica nella struttura per sempre”.

Fani ha aggiunto che la stampante 3D mobile offre una serie di altri vantaggi, tra cui la possibilità di lavorare in loco, limitando così l’impatto ambientale causato dalle emissioni dovute al trasporto e migliorando anche l’inclusività grazie al coinvolgimento della comunità locale.

Inoltre, la libertà di forma della tecnologia di stampa 3D a letto di polvere permette di creare un ambiente di vita per diverse specie chiave della barriera corallina in un unico progetto.

Coastruction ha stampato con successo strutture più piccole con un prototipo di stampante – Idefix – negli ultimi due anni e ora punta a costruire una nuova stampante mobile chiamata “Asterix”, che secondo l’azienda sarà in grado di produrre strutture di scogliera fino a un metro cubo alla volta.

Per sostenere il progetto, Coastruction ha lanciato una campagna di crowdfunding con l’obiettivo di raccogliere 300.000 euro (255.392 sterline/337.569 dollari). La raccolta servirà a finanziare la produzione della nuova stampante, stimata in 175.000 euro, oltre a 25.000 euro di spese per i test, 75.000 euro di costi relativi al restauro pilota di 50 metri quadrati di barriera corallina e 25.000 euro per monitorare il successo del progetto pilota.

“Speriamo che le persone si rendano conto che possono davvero fare la differenza dando il loro contributo”, ha detto Fani. “Saremo eternamente grati a tutti coloro che ci aiuteranno a salvare le barriere coralline”.